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EVENTI  Aprile

13 - Domenica delle Palme
- benedizione delle palme alle 10.30 chiesa S. Antonio
- a seguire, processione verso la Chiesa Madre; all'arrivo, S. Messa
14/15/16 - Confessioni dalle ore 16.00 nella chiesa di S. Rocco
17 - Giovedì Santo
- Messa in Coena Domini ore 18.30 Chiesa Madre
- al termine, esposizione di Gesù Eucaristia tra i germogli di grano e
  adorazione sino alla mezzanotte
- dalle 22 alle 23 ora di adorazione guidata
18 - Venerdì Santo
- La Chiesa Madre apre alle ore 08.00
- Adorazione Eucaristica individuale
- alle 17.30 celebrazione della Passione del Signore; al termine,
  sacra rappresentazione della Via Crucis nel centro storico
19 - Sabato Santo
       inizio della veglia alle ore 23.00 in Chiesa Madre
20 - Pasqua di Resurrezione
       SS. Messe come la Domenica
Cresime : 23 Maggio
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 Articoli 

LA SETTIMANA SANTA

“E’ la settimana più celebrativa dell’anno liturgico; rievoca la passione, la morte, la sepoltura e la risurrezione del Signore Gesù.  Sono giorni di preghiera, silenzio e meditazione in cui la comunità cristiana rivive il sacrificio di Cristo per l’umanità.”

 

La settimana santa è un particolare periodo dell’anno liturgico durante il quale possiamo restare accanto a Gesù per rivivere insieme i giorni più difficili della sua vita sula Terra.

Inizia con la Domenica delle Palme e termina con la Veglia Pasquale ed è ricca di celebrazioni.

In quei giorni la Chiesa riflette sull’amore di Dio per il mondo, un amore così grande da condurlo a sacrificare suo Figlio per salvarci dal peccato e dalla morte.  In questa settimana siamo chiamati a raccoglierci frequentemente in chiesa per ascoltare la Parola di Dio che narra i momenti della salvezza, pregare con riconoscenza il Signore per celebrare l’Eucarestia, che è il sacramento in cui ritroviamo il pane e il vino, cioè il corpo e il sangue di Gesù, offerti per il perdono dei peccati.

Il primo evento che viene ricordato è quello dell’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme: la Domenica delle Palme, nella quale celebriamo la gioia per l’arrivo di Gesù nella città santa, sette giorni prima della Pasqua del Signore.

Nelle Sacre Scritture è raccontato che il Figlio di Dio giunge a Gerusalemme cavalcando un puledro d’asina, un animale mite, pacifico, mentre le folle lo accolgono sventolando rami di ulivo e di palma e gridando: “osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene nel nome del Padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli”.

Questo evento è detto MESSIANICO perché le folle lo riconoscono come il MESSIA, lo accolgono con entusiasmo. Tuttavia, quella stessa gente che lo applaude con entusiasmo, poi lo condannerà a morte.

Il sacerdote legge il Vangelo che narra questo episodio, che viene commemorato solitamente con una breve processione in cui i fedeli portano rami di ulivo e di palma ed elevano canti festosi.

Successivamente vengono benedetti gli ulivi e le palme che ognuno porterà nelle proprie case dopo la celebrazione della messa in cui si proclama il Vangelo della passione di Gesù. All’interno degli edifici sacri e sugli altari vengono riposti vasi pieni di ramoscelli d’ulivo, segno di pace ma anche di speranza, e palme, simbolo di vita eterna e di risurrezione.

Il colore liturgico di questa domenica è il rosso, proprio come i mantelli stesi a terra  dalla folla all’incedere di Gesù, ma soprattutto rosso come il sangue versato da Gesù per amore dell’umanità.

Il suo ingresso in città è anche un momento di speranza, perché una nuova alleanza tra Dio e gli uomini sta per compiersi.

Ogni giorno possiamo accogliere Gesù con gioia e speranza nella preghiera, nella messa, nella lettura delle Sacre Scritture, ogni giorno possiamo praticare la GENEROSITA’ E LA CARITA’.

OGNI GIORNO IL NOSTRO CUORE PUO’ DIVENTARE UNA PICCOLA GERUSALEMME CHE ACCOGLIE GESU’ CON FIDUCIA.

 

GIOVEDI’ SANTO

La mattina del Giovedì santo nelle cattedrali si celebra la messa crismale, o del crisma, presieduta dal vescovo, e durante la quale i sacerdoti rinnovano gli impegni della loro ordinazione.

Nel corso della celebrazione vengono benedetti gli oli santi:

- l’olio dei catecumeni, usato nel battesimo;

- il crisma, usato nella cresima, nell’ordinazione sacerdotale ed episcopale

- l’olio degli infermi

Il giovedì santo termina la quaresima ed inizia il TRIDUO DELLA PASSIONE, DELLA MORTE E RESURREZIONE DEL SIGNORE, detto più semplicemente TRIDUO PASQUALE.

Durante la messa vespertina, la Chiesa ricorda l’ultima cena e l’istituzione dell’eucarestia: si chiama MESSA IN COENA DOMINI o messa nella Cena del Signore.  Il sacerdote legge il Vangelo che narra l’ultima cena, cioè l’ultima pasqua degli ebrei festeggiata da Gesù con i suoi amici a Gerusalemme.

Quella sera istituì il sacramento dell’Eucarestia, disse a Pietro che l’avrebbe rinnegato e a Giuda che lo avrebbe tradito, poi nello stupore di tutti prese un catino con l’acqua, si cinse i fianchi con un asciugatoio e lavò i piedi i suoi apostoli.

Allo stesso modo, in ogni chiesa, il sacerdote lava i piedi a dodici persone che siedono intorno alla mensa; nella nostra comunità il sacerdote lava i piedi a 12 ragazzi che riceveranno a breve il Sacramento della Confermazione. Alla fine della liturgia, grazie al comitato festa di Maggio, anche da noi è stato distribuito il pane benedetto, simbolo del pane condiviso da Gesù con gli apostoli e simbolo del corpo di Gesù.

Il rito della lavanda dei piedi è ricco di significati: con esso Gesù insegna l’umiltà e il servizio e dimostra il suo amore immenso per l’umanità. Così come il Figlio di Dio si è messo al servizio del Padre e dell’umanità, anche gli apostoli saranno chiamati a servire Dio e il mondo, diffondendo il Vangelo.

Ma anche noi tutti siamo esortati ad aiutare il prossimo e a renderci disponibili verso i nostri fratelli. 

La lavanda dei piedi anticipa un gesto più grande: il dono della vita di Cristo per la salvezza del mondo.

Altro elemento importante, Gesù sa cosa faranno Pietro, Giuda e gli altri apostoli; ma li perdona.

Il perdono è un insegnamento prezioso per tutti: Lui ci dimostra che è possibile perdonare. Donare qualcosa o donarsi è un atto di amore e Gesù è venuto sulla terra proprio per insegnare a tutti noi che  IL COMANDAMENTO PIU’ GRANDE E’ QUELLO DELL’AMORE!

 

L’ALTARE DELLA  REPOSIZIONE

 

Il Giovedì Santo, al termine della comunione, Gesù, realmente presente nell’ostia consacrata, non viene riposto nel tabernacolo, ma viene portato in processione su un altare preparato precedentemente e decorato con fiori bianchi e semi di grano fatti germogliare al buio, che simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte alla risurrezione, il pane e l’agnello, che rappresentano GESU’ SACRIFICATORSI PER IL PERDONO DEI NOSTRI PECCATI. 

Il mercoledì i bambini del catechismo portano in chiesa i piccoli germogli che sono stati curati e fatti crescere nei vari gruppi. Piccole piantine che crescono con amore come i nostri bambini e che fanno da corona a Gesù lungo il viale dell’altare della reposizione. “lasciate che i bambini vengono a me, non glielo impedite…”

Questo altare viene chiamato altare della reposizione perché su di esso riposa, ovvero è esposta, l’eucarestia, cioè il corpo di Cristo.

La sera del Giovedì Santo le chiese restano aperte fino a notte inoltrata per dare la possibilità ai fedeli di visitare gli altari della reposizione e di pregare davanti a Cristo che è veramente presente nell’eucarestia.

Normalmente, dinanzi a questi altari, ci si inginocchia e si pronuncia una preghiera di lode e ringraziamento: 

“sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento”,  poi si recita per tre volte il Gloria, la preghiera con la quale si professa la fede nella Santissima Trinità, cioè Dio, Gesù, Spirito Santo. Dalle 22 fino alle 24 ci si  ritrova in chiesa per l’adorazione guidata dal  parroco.

le catechiste

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Ieri…nella lotta all’analfabetismo…

oggi vittime dell’analfabetismo informatico

C’era una volta il Bibliobus. A partire dal 1949 il Ministero della Pubblica Istruzione in collaborazione con i Provveditorati agli Studi iniziò una campagna per la lotta all’analfabetismo partendo dapprima dalla provincia di Salerno, la più estesa di tutto il territorio nazionale, assieme a quella di Potenza, comprendendo nei primi anni anche la provincia di Matera. Poco dopo la campagna venne estesa alle altre regioni italiane.

In pratica vennero allestiti, con un progetto ben studiato, due autobus in modo da trasformarli all’interno in perfette biblioteche viaggianti, onde il nome di bibliobus, corredati di appositi sussidi didattici ed audiovisivi di tutto rispetto, tenendo conto che eravamo agli inizi degli anni cinquanta e da poco usciti dalla seconda guerra mondiale con un territorio abbastanza disastrato.

Il bibliobus con i suoi sporti variabili permetteva, sia dall’esterno che dal suo interno, un’ottima esposizione di libri di vario genere nelle piazze dei paesi visitati, suscitando nella popolazione d’ogni età dagli scolaretti delle elementari agli anziani, vasto interesse e partecipazione agli eventi, diremmo noi oggi, che la sosta del bibliobus comportava. Inoltre il corredo di libri che la biblioteca itinerante si portava al seguito, tenendo conto dello scopo di combattere l’analfabetismo, presentava una selezione di testi di una validità assoluta in particolare per la veste editoriale con cui venivano trattate materie attinenti alla formazione professionale e didattica però alla portata di tutti. Case editrici di primissimo piano in tali ambiti: Hoepli, Edagricole, Lavagnolo, Ramo editoriale degli agricoltori Roma, tanto per citarne alcuni. Veniva stimolato così non solo l’interesse immediato ma sollecitata la comprensione della necessità di saper leggere, scrivere e far di conto, anche se quest’ultima non certo era deficitaria nelle persone dotate di buon senso ed anche esperienza del quotidiano. I testi di natura tecnico professionale riccamente figurati suscitavano la curiosità del potenziale lettore, che benché non sapesse né leggere e scrivere, stimolando le sue connessioni logiche e razionali, lo portava a sfogliare il libro, che diventava così nelle sue mani uno strumento di lavoro, un utensile appunto.

Che cosa accade invece oggi? Si naviga sui motori di ricerca (si dice comunemente così, ma questo non vuol dire nel modo più assoluto ricerca), ci si serve delle famigerate app, si seguono percorsi mediatici a dir poco demenziali, pilotati quasi inconsciamente da sedicenti influencer che si beano di sollecitare la curiosità dell’internauta ma non di certo nel senso che Plutarco le assegnava come stimolo alla conoscenza, rivelandosi al più perfetti maestri di stupidità nel suo significato lessicale più esatto!

E’ senza ombra di dubbio da preferire l’iniziativa del maestro Antonio La Cava, che col suo bibliomotocarro itinerante sollecita la curiosità dei bambini a maneggiare libri e che ben ricorda le visite del bibliobus quand’era ancora ragazzo nel suo paesino! L’analfabetismo informatico dilagante impone per essere arginato il prima possibile, di non servirsi in modo passivo dei mezzi di comunicazione mediatici ma usarli in maniera efficace. Ne va di mezzo la stessa democrazia che mai come oggi tra pandemie e guerre, il potere economico per mantenerla sotto il suo controllo ha profondamente stravolto! E’ d’obbligo l’upgrade e tanto basta!

Michele Vista

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Martedì 14 gennaio si è tenuto nella Chiesa di Sant’Antonio a Pignola un interessante incontro di formazione dal titolo: Fede e Superstizione. Il tema è stato trattato con semplicità, chiarezza e competenza da don Rocco Moscarelli, penitenziere della Diocesi che ha dialogato con Francesca Conte, responsabile parrocchiale del settore adulti di Azione Cattolica. L’incontro si inserisce in un percorso di formazione promosso dal gruppo adulti di Azione Cattolica nel quale, seguendo le linee guida della catechesi associativa, si stanno affrontando temi importanti quali il rapporto tra scienza e fede, fede e tradizione, fede e comunicazione.

L’ultimo affrontato ossia fede e superstizione è stato tra i più significativi anche perché trattato durante la novena in procinto della festa di Sant’Antonio Abate, il Santo che ha fatto della sua fede uno scudo contro ogni forma di tentazione. D’altro canto, il percorso di catechesi che l’A.C. promuove quest’anno ci invita a porre al centro del nostro cammino di formazione la misericordia, invitandoci a fare del vangelo di Luca il nostro compagno di viaggio. Inoltre, l’icona biblica che fa da sfondo al cammino di catechesi di tutti i settori ci invita contemporaneamente a “Prendere il largo” ossia ad essere testimoni della nostra fede allargando gli orizzonti nel rispondere, come Pietro e gli apostoli, alla chiamata di Cristo, a salire sulla barca che è la Chiesa, a solcare il mare che è il mondo, a diventare pescatori di uomini e quindi ad evangelizzare.

È dunque questo l’invito che ogni associato intende interiorizzare con questi incontri di formazione, quello di farsi illuminare dalla Parola e intraprendere, insieme, un cammino di corresponsabilità nella formazione. Per questo il contributo di don Rocco Moscarelli è stato prezioso e significativo perché per il suo ruolo e il suo particolare carisma ci ha fornito utili indicazioni per aiutarci a superare tutti gli ostacoli che potrebbero ostacolare il nostro cammino di crescita nella fede. Uno di essi potrebbe proprio essere una distorta percezione delle fede spesso confusa con la superstizione. A far bene intendere la differenza c’è la frase del nostro sommo poeta Dante che nel sostenere davanti a Pietro l’esame sulla propria fede la definisce usando la seguente espressione “La fede è sostanza delle cose sperate e argomento delle non parventi.” (Paradiso XXIV, 64). Quindi, se da un lato la fede «è il fondamento sostanziale delle nostre speranze», dall’altro è «la premessa concettuale dalla quale dobbiamo dedurre ciò che non vediamo».

Don Rocco ha ben evidenziato questo concetto sostenendo che la fede non può basarsi solo sull’emozione del momento ma deve essere sostenuta dalla preghiera, la sola e vera arma che può frapporsi agli ostacoli di ogni tentazione e che ci può supportare e sostenere in ogni nostra difficoltà. Nello stesso tempo la fede non può prescindere dalla ragione e, infatti, fides et ratio sono binomio inscindibile. La superstizione, invece, abbraccia l’irrazionale e si fonda sul sentimento che spesso da una percezione distorta per cui è importante comprendere che crescere nella fede equivale ad intraprendere un cammino pieno di ostacoli ma che poggia su pilastri fondanti che sono la preghiera e la partecipazione eucaristica ed è illuminato da un faro che è la Chiesa nella sua dimensione comunitaria.

Un sentito ringraziamento, dunque, a Don Rocco Moscarelli che ci ha trasmesso con semplicità di cuore il suo essere e il suo fare, alla responsabile adulti Francesca Conte che con scrupolo e dedizione prepara ogni incontro, a Don Antonio Laurita che accoglie con gioia e a tutti i numerosi tesserati e simpatizzanti che hanno sfidato freddo e neve e non sono mancati.

Angela Guma

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                       Partecipa a "Crea La Maschera" per il Carnevale Storico di Pignola!

L'associazione Young Minds - Events&Co. e la Compagnia Teatrale "Il Sipario" sono felici di invitarti a un'entusiasmante iniziativa in occasione del Carnevale Storico di Pignola! Quest'anno, avrai la possibilità di creare e indossare due maschere iconiche della tradizione: "Z Gërardë Fottë" e la Regina "Giovanna La Pazza".

Cosa ti aspetta? Le maschere saranno realizzate utilizzando materiali di riciclo, in linea con i principi dell'Agenda 2030 per la sostenibilità. Un'opportunità perfetta per divertirsi e, allo stesso tempo, contribuire al rispetto dell'ambiente!

Iscrizioni: Puoi iscrivere la tua partecipazione presso l'ufficio turistico Pignola Turistica, dal lunedì al giovedì, dalle 16:00 alle 19:00, entro e non oltre giovedì 16 gennaio 2025.

Non perdere questa occasione unica per essere protagonista del Carnevale Storico di Pignola!

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